La domenica del libro: terzo incontro



TERZO INCONTRO

Ieri il gruppo di lettori si è riunito presso la sede del circolo Giugliano “Arianova” per la terza volta. Per questo appuntamento bisognava portare a termine la lettura del ” Giovane Holden” per poterne discutere in maniera complessiva.

La conversazione si è concentrata soprattutto sulle ultime due pagine del romanzo. I lettori sono rimasti tutti intrigati da un finale insolito che lascia aperte alcune riflessioni su come sia andata avanti la vita del povero Holden, ragazzino sensibile ma vittima delle sue emozioni.

Bisogna riconoscere che, nonostante le aspettative e forse proprio a causa di queste ultime, i partecipanti all’incontro non si sono espressi favorevolmente nei contronti del ” the catcher in the rye”. C’è infatti stato chi trovava la narrazione poco coinvolgente, chi invece ha ritenuto che la narrazione fosse promettente al principio ma si fosse poi risolta in tante domande senza risposta. Tutti, ciononostante, hanno concordato sulla coerenza tra la narrazione ed il personaggio stesso. In effetti non è questa la storia raccontata in prima persona da un diciassettenne? O come faceva notare Antonio, uno dei partecipanti all’incontro, un suo vero e proprio flusso di coscienza continuo?

Al termine dell’appuntamento è poi stato proposto da una dei lettori la visione di un video. Esso si inseriva all’interno del più ampio tema dell’alienazione sociale.

 

Riportiamo di seguito le più intense frasi che sono emerse dalle conversazioni tenute nelle settimane passate:

” Eppure certe volte mi comporto come se avessi sì e no dodici anni. Lo dicono tutti, specie mio padre. E in parte è vero, ma non del tutto vero. La gente pensa sempre che le cose siano del tutto vere. Io me ne infischio, però certe volte mi secco quando la gente mi dice di comportarmi da ragazzo della mia età. Certe volte mi comporto come se fossi molto più vecchio di quanto sono – sul serio – ma la gente non c’è caso che se ne accorga. La gente non si accorge mai di niente.”

“Quelli che mi lasciano senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso però.”

“Ad ogni modo, mi immagino sempre tutti questi ragazzi che 
fanno una partita in quell’immenso campo di segale eccetera eccetera. Migliaia di ragazzini, e intorno non c’è nessun altro, nessun grande, voglio dire, soltanto io. E io sto in piedi sull’orlo di un dirupo pazzesco. E non devo fare altro che prendere al volo tutti quelli che stanno per cadere nel dirupo, voglio dire, se corrono senza guardare dove vanno, io devo saltar fuori da qualche posto e acchiapparli. Non dovrei fare altro tutto il giorno. Sarei soltanto l’acchiappatore nella segale e via dicendo. So che è una pazzia, ma è l’unica cosa che mi piacerebbe veramente fare. Lo so che è una pazzia”



Il prossimo incontro si terrà domenica, 13 marzo, alle 18.00.

Si discuterà del saggio: ” Vivere basso, pensare alto” di Andrea Strozzi.

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