Ieri siamo giunti alla conclusione del primo trimestre che ha avuto come protagonista il tema de “l’alienazione sociale”.
E’ stato quindi un momento in cui tirare le somme della discussione durata più di due mesi su un tema che, essendo molto ampio, ha permesso a noi partecipanti di discutere guardando l’argomento da varie angolazioni.
La “storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” è stata certamente una piacevole scoperta per tutti; si è lasciata leggere con la facilità della favola che è, e poi ci ha spinti a riflettere su aspetti importanti dell’io, sul concetto di autodeterminazione e sul contrasto ( sempre che esso davvero esista) tra resilienza e aspettative.
La conversazione, a parere di chi scrive, è stata questa volta più rilassata. Nelle parole dei lettori accorsi all’ultimo appuntamento sull’alienazione si avvertiva una nota positiva, sicuramente dipesa dalla spinta ottimistica del racconto di Sepùlveda. E’ interessante a tal proposito notare come i partecipanti, liberatisi del peso di questioni quali “la competizione nella società contemporanea” ampiamente trattate negli incontri precedenti, in quest’occasione abbiano voluto chiudere la discussione con uno sguardo speranzoso.
Lasciamo infine questo, tanto sentito, tema riportando alcuni passi del libro appena concluso:
Tutto ciò che hai visto, tutto ciò che hai provato, amaro e dolce, pioggia e sole, freddo e notte, è dentro di te, e pesa, ed essendo così piccola quel peso ti rende lenta.
Il ricordo di quegli alberi che non ci sono più mi pesa così tanto che non posso volare.
Gli umani dedicano la loro vita a ripetere cose, gesti e comportamenti che chiamano abitudini.
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Legambiente Giugliano Arianova 